Gestione dei cambi d’acqua negli Acquari

Hai un acquario e cerchi informazioni principali riguardo principalmente al mantenimento ed al cambio di acqua ?

Trattare l’argomento relativo al fare o meno dei regolari cambi d’acqua nei nostri acquari, che spesso è fonte di accesa discussione tra chi è a favore o meno di questa metodologia, è non certo cosa facile.

In modo più o meno scientifico, su questa pratica, si è detto, scritto molto.

Appassionati, addetti del settore, studiosi, da sempre hanno cercato e cercano di proporre la loro ricetta difendendo, giustamente a spada tratta la propria posizione rispetto ad altre.

Questo articolo è  davvero utile!

Grazie a “Marinova” da “Microcosmo Acquari”

Personalmente, penso che lo si sappia, sono decisamente a favore di questo semplice, quanto a mio avviso, ”logico” metodo di condurre un acquario. Ritengo che questa piccola fatica periodica, che dobbiamo riservare alla nostra vasca, possa risolverci in pratica, molti dei problemi che spesso affliggono i nostri acquari.

Per quanto il nostro ”micro ambiente” racchiuso tra i cinque vetri della vasca possa essere grande, equilibrato, quasi perfetto, è, e resterà sempre un ambiente artificiale, ben lontano da quanto invece avviene in natura, e non per nulla ho scritto ”quasi” perfetto. Quel quasi, è quanto in realtà spesso ci frega.

In natura, il ricambio d’acqua, avviene in modo più o meno continuo, così come è continuo o quasi il ripristinarsi di tutte le sostanze e degli elementi chimici semplici o composti, che si trovano disciolti naturalmente in essa. Il ciclo della vita in natura, è dettato da fenomeni ambientali e meteorologici tipici del luogo che si prende a riferimento.

Le stagioni secche si alternano a periodi di pioggia, con intensità molto variabili tra loro, a seconda della posizione geografica del luogo.

A meno dell’intervento della mano dell’uomo, il costante susseguirsi delle stagioni, regola da millenni la vita sia essa vegetale o animale sul nostro pianeta, determinando ora la fortuna di una specie, magari a parziale discapito di un’altra, una pianta che prima prosperava, l’anno dopo stenta a vegetare, ma mediamente, l’evoluzione ha fatto si che il tutto avvenga in modo equilibrato, senza che si determinino situazioni limite o estreme.

E’ in questa ottica che a mio avviso dobbiamo vedere le cose, essere cioè pienamente coscienti, che per quanti sforzi potremo mai fare, non potremo mai sostituirci alla natura. Da qui il consiglio di molti, a seguire un metodo per la conduzione di un acquario che segua alcune, poche per la verità, regole base, tra cui questa dei cambi periodici di acqua. La mia posizione decisamente a favore di questa pratica, diventata per me nel tempo, indispensabile, non è maturata certo per caso. Anni di acquariofilia, mi hanno dimostrato coi fatti, che sostituire regolarmente una piccola quantità di acqua nella vasca, con acqua nuova, è probabilmente il miglior toccasana da riservare ai nostri amici pinnuti e a tutta la vegetazione coltivata.

Ben lo sanno gli allevatori asiatici, ormai maestri nelle riproduzioni più complicate, che nelle loro vasche di posa, provvedono a sostituire con ciclo quasi continuo l’acqua, utilizzando il sistema della goccia su goccia.

L’ Acqua in acquario invecchia

Ora, è innegabile e nessuno può affermare il contrario, che l’acqua nel nostro acquario ”invecchia” nel tempo, perché in continua trasformazione, vuoi perché ogni giorno si arricchisce delle deiezioni dei pesci, delle sostanze di rifiuto dei vegetali, vuoi perché quotidianamente si somministrano fertilizzanti, vuoi perché il filtro in certi momenti non riesce a lavorare al suo massimo, oppure, perché le nostre piante assorbono molte sostanze, assimilate ed elaborate per completare le loro funzioni di vegetazione.

Insomma, l’acqua che noi introduciamo oggi, domani sarà già diversa. E possiamo anche fare una prova molto semplice per capire quanto dico, al di là di effettuare le varie misurazioni chimiche dell’acqua. La cosa è molto semplice. Prendiamo una fialetta di acqua dell’acquario, e confrontiamola con un altra fialetta di acqua di rete o di Ro, ed osserviamo il colore, l’opacità e quindi le differenze tra le due fiale. Non ci sembrerà vero.

Nel tempo, l’acqua della nostra vasca diventa più scura, resterà trasparente è vero, ma sarà più ”scura”, in pratica più opalescente. Questo perché nel tempo, le trasformazioni chimiche che in essa continuamente avvengono, la arricchiranno o la impoveriranno di vari elementi chimici. Il primo effetto di questo fenomeno, sicuramente, sarà una sensibile diminuzione dell’intensità luminosa che raggiungerà il fondo dell’acquario.

La sola pratica dei rabbocchi eseguiti quando servono, per compensare l’evaporazione dell’acqua dalla vasca, non serve a rinnovarla, al massimo, aiuta a reintegrare in parte, certi elementi base elaborati nel frattempo dalle nostre piante, ma non risolve il problema dell’età dell’elemento liquido, lo diluisce e vero, ma non lo risolve.

Sostituendo invece una certa quantità di liquido, noi eliminiamo una parte di questi composti, perché di fatto li togliamo, reintegrando con acqua pura la nostra vasca. Otteniamo quindi un doppio effetto, diluiamo quanto resta in vasca, ed abbassiamo il livello degli inquinanti.

Non mi preoccupo più di tanto di quanto posso eliminare con questa operazione, in ragione di elementi utili, tanto li reintegriamo regolarmente o spesso giornalmente.

Se la vasca procede bene, non serve impegnarsi in cambi esagerati, e considerando il volume netto della vasca, è sufficiente intervenire con modesti cambi in ragione del 10% settimanali. Piccoli e brevi sguardi giornalieri, ci aiuteranno a valutare lo stato di salute del nostro acquario. Ora capite bene, che stiamo parlando di 10 litri d’acqua per una vasca che ne contiene cento, e francamente, non mi sembra tutta quella gran fatica, sia visto in termini di lavoro manuale, di tempo e di sforzo economico.

E’ però necessaria una premessa per poter seguire una gestione in fondo semplice di questo tipo, quella di cercare di impostare sin dall’inizio, una vasca equilibrata, che abbia cioè un buon rapporto tra il numero e la taglia dei pesci ospitati rispetto alla tipologia ed alla quantità delle piante coltivate, rapportando il tutto ovviamente alla capacità di volume della stessa.

Come avrete di certo notato, non ho sin qui mai fatto alcun riferimento a precisi valori chimici, ottimali, che la nostra acqua deve avere, nel rispetto degli esseri viventi che intendiamo ospitare nel nostro aquario. Delle caratteristiche chimiche specifiche che dovrà avere l’acqua del nostro acquario ne parleremo in un altro capitolo di questa serie.

Possiamo però dire, che per la stragrande maggioranza dei pesci d’acqua dolce, salvo casi particolari o molto specifici, una buona base di partenza, sarà quella di un acqua tenera, leggermente acida o tendente alla base, con una bassa conducibilità . L’assenza di Nitriti, la do per scontata, in quanto, sono praticamente da considerarsi veleno puro, è non è buona cosa, utilizzare un acqua che già in partenza ne contenga.

Il consiglio migliore che mi sento di dare, è quello di utilizzare acqua di Ro tagliata con la comune acqua di rete, cosa che in genere ci permette di non dover nemmeno integrarla con i sali per ottenere i valori che ci siamo prefissati. Questa tecnica, sarà successivamente quella che utilizzeremo per preparare l’acqua di cambio. Con questi modesti ma regolari cambi settimanali, se saremo stati bravi ed accorti nel popolare la vasca con pochi ed adeguati pesci, e piantato un certo qual numero di piante, ben scelte e bilanciate anch’esse tra piante a crescita veloce ad altre a crescita più lenta, le cose non potranno che andare bene.

Riserviamoci la possibilità di aumentare l’entità dei cambi, occasionalmente arrivando anche al 20%, a seconda delle effettive necessità della vasca, in modo da eventualmente correggere un valore chimico non proprio nella norma. Di norma, è sufficiente attrezzarsi con una tanica adeguata ed un semplice tubo flessibile per effettuare il cambio. Prima si estrae la quantità d’acqua voluta, aspirando eventualmente se necessario i detriti grossolani che potrebbero trovarsi sul fondo, per poi reintegrare con l’acqua nuova che avremo in precedenza preparato uniformando le due temperature.

Personalmente utilizzo due taniche, la prima in cui conserverà l’acqua vecchia utilizzata in seguito per bagnare le piante di casa, ed una seconda in cui il giorno prima preparo l’acqua da immettere. Nella preparazione dell’acqua, faccio anche uso di un buon bio condizionatore. Vorrei però precisare una cosa, tanto per non essere comunque frainteso. Quando parlo di una eventuale aspirazione dei detriti dal fondo, non voglio con questo dire che la cosa sia o debba diventare una regola fissa, una operazione di manutenzione obbligatoria, sistematica e periodica, semplicemente perché non è detto che i detriti ci siano.

In acquari ben allestiti, e funzionanti, anche dopo molto tempo, (e possiamo anche parlare di anni), non è detto che il fondo si presenti in condizioni di dover essere passato al sifone. Molto difficilmente nelle mie vasche devo ricorrere ad azioni radicali di pulizia del fondo.

Cosa eliminiamo con i cambi d’acqua

Come dicevamo, l’acqua in acquario invecchia, si modifica, sostanze ed elementi vengono elaborati dal metabolismo delle piante, che nel farlo cedono a loro volta, sostanze di rifiuto, così come gli animali ospitati, producono il grosso del carico organico che si accumulerà nella vasca.
Un buon sistema di filtraggio, normalmente provvede ad elaborare queste sostanze di rifiuto e tossiche, trasformandole in materia nuovamente assimilabile dalle piante.
Micro e Macro elementi, vengono da noi regolarmente reintegrati nel seguire il protocollo di fertilizzazione che abbiamo scelto, non mancando di osservare continuamente la reazione delle piante.

Interveniamo ogni qual volta osserviamo eventuali carenze, od eccessi di fertilizzazione, regolando il dosaggio giornaliero del protocollo, regoliamo il fotoperiodo, affinché le piante vegetino correttamente, crescendo ed aumentando di volume. In genere, se tutto funziona a modo, ogni settimana dovremo anche preoccuparci di potare quasi tutte le pianta a stelo presenti.

Tutto sembrerebbe funzionare, eppure, ci si accorge, se lo misuriamo settimana per settimana, che il valore della conducibilità aumenta, ci vorrà del tempo, ma questa, inevitabilmente, continuerà ad aumentare.

Cosa sta succedendo, semplicemente, nella nostra vasca si stanno accumulando delle sostanze, degli agenti chimici, dei sali, che il sistema Acquario non riesce ad elaborare completamente.

Dobbiamo essere onesti con noi stessi, in genere, nella maggior parte degli acquari che si vedono, purtroppo, il numero delle piante coltivate è sempre molto basso, molto spesso insufficiente, oltre a non essere ben bilanciate tra specie a crescita lenta con altre a crescita maggiormente rapida, mentre di contro, la popolazione ittica, è quasi sempre al limite del sovraffollamento.

Gli errori più frequenti e facile da farsi, sono quelli di non tener conto delle dimensioni che i nostri pesci avranno da adulti, o delle eventuali riproduzioni che andranno a rinfoltire il numero dei pesci presenti, mentre per le quanto riguarda le piante, spesso si privilegiano essenze che si piacciono, ma che cresceranno molto lentamente, e ne si limita l’acquisto, in termini numerici di esemplari, pensando di infoltirle nel tempo, magari sfruttando la loro crescita e le potature che si renderanno necessarie.

In queste condizioni, capite bene, che il nostro sistema acquario da solo, non potrà reggere. Inevitabilmente, nell’acqua resteranno e si andranno ad accumulare svariate cose. Non voglio nemmeno pensare ai Nitriti. Se presenti, sono tossici, anche a bassa concentrazione, sono segno di un filtro che in pratica non filtra o che non c’è la fa ad elaborare il processo di nitrificazione perché troppo sottodimensionato oppure oberato da carico troppo elevato di sostanze organiche.

In presenza di queste situazioni limite, un cambio corposo di acqua è letteralmente indispensabile, non c’è nemmeno da discuterne. Diverso il caso dell’accumulo dei Nitrati. Fonte di nutrimento importante per le nostre piante, che possono essere presenti e ben tollerati anche a concentrazioni più elevate, sempre ovviamente entro certi limiti, rispetto ai nitriti.

Un acquario ricco di piante, con molte piante a crescita rapida, ne consuma delle buone quantità , ma se questi superano il fabbisogno delle piante presenti, si accumuleranno, rischiando di diventare pericolosi. Piccoli cambi d’acqua periodici e regolari, ci aiuteranno quindi a tenerli sotto controllo.

Anche le piante però contribuiscono all’inquinamento dell’acqua, perché anche loro producono con il loro metabolismo, sostanze di rifiuto. Sostanze prodotte dalla loro corretta vegetazione e spesso, sostanze di difesa. Arriviamo così, a parlare della produzione di sostanze allelopatiche da parte dei vegetali, in pratica di Allelopatia.

In modo del tutto variabile, da specie a specie, le piante acquatiche possono produrre delle sostanze chimiche, volte per lo più a creare una sorta di auto difesa dalle malattie, dalle infestazioni di insetti o dalla predazione di animali erbivori, di qual genere si tratti. Queste sostanze sono dette ”allelopatiche”.

Da tempo, alcuni studiosi cercano con fatica di dimostrare che queste sostanze chimiche siano utilizzate dalle piante anche per competere, contenere o addirittura per sopraffare altre specie cosiddette concorrenti, ma la cosa non è assolutamente facile da dimostrare come può invece sembrare.

Vere certezze, salvo casi molto rari, di effetti reali di allelopatia, e quindi conclamati, ancora non c’è ne sono. In realtà, la maggior parte di queste sostanze prodotte, si comportano in acqua, nei confronti di altre specie vegetali, come semplici e leggeri inibitori.

Inoltre, come per altro afferma molto chiaramente anche la Dr. Walstad nel suo celebre libro, Ecologia dell’acquario di piante, ”… esiste una probabilità molto alta che l’allelopatia delle piante, sia una conseguenza dell’effetto combinato di molti agenti chimici poco potenti. La mancanza di specificità e di potenza possono risultare esteticamente insoddisfacenti e difficili da dimostrare per gli scienziati. Pertanto, gli scienziati continuano a cercare prove più evidenti di fitotossine specifiche e potenti, sebbene, in realtà, la capacità inibitoria delle piante possa consistere nell’azione combinata di un vasto numero di composti tossici che siano singolarmente insufficienti”.

Ed ancora, ”… l’allelopatia delle piante acquatiche non è evidente, ma impercettibile; tuttavia, tutte le piante acquatiche producono continuamente un gran numero, e una grande varietà di composti difensivi, che inibiscono leggermente tutti gli organismi. E’ probabile che questi allelochimici possano avere effetti impercettibili e irriconoscibili sulle piante, sui batteri, sulle alghe e sugli invertebrati dell’ecosistemna acquatico”.

Tutto questo, tradotto in soldoni, sta a significare, che “prove vere, scientifiche” atte a dimostrare l’entità reale di questo fenomeno, ma sopra tutto in grado di provare quanto si vuole dimostrare, di fatto non ci sono.

Siamo ancora completamente nel campo delle teorie e delle supposizioni, dove non possiamo affermare in modo certo e scientificamente provato, in che modo, come ed in associazione di che cosa, le sostanze difensive elaborate dalle piante acquatiche possano influenzare la loro vegetazione tra le specie diverse coltivate nello stesso acquario.

Alcuni acquariofili, per altro, già alcuni decenni fa, avevano pensato di risolvere il problema, se realmente di problema si può parlare, limitandosi a coltivare nella stessa vasca, piante esclusivamente provenienti dallo stesso luogo geografico, quindi, tutte del Sud Est Asiatico, o del Sud America e via dicendo. I famosi \”Acquari Biotopo”. Si pensava in questo modo, di evitare l’eventuale pericolo di ritrovarsi a coltivare delle piante in piena concorrenza tra loro.

Personalmente, non sono d’accordo con questo pensiero, (“L’equilibrio biologico dell’acquario biotopo”), questa fase l’ho superata da tempo, e oggi, non vedo perché privarmi del piacere di coltivare una qualche specie di Echinodorus, insieme a delle Cryptocoryne, anche se geograficamente parlando, sono piante che vivono addirittura in due continenti diversi.

Conclusioni gestione dei cambi d’acqua

Alla luce quindi di tutte queste considerazioni, non vedo francamente perché dobbiamo negarci il piacere di possedere, mantenere e sopratutto di goderci un acquario che non sia, oltre che stabile, anche bello. Aquascaping.

Capisco e rispetto ovviamente il concetto ”che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, come per altro, ognuno di noi, ”deve” sentirsi, ed essere completamente libero di sperimentare, di provare qualsiasi tipo di esperienza acquariofila voglia fare, o gli passi per la testa, ad una condizione però, che queste esperienze non vengano fatte direttamente ed a scapito della vita di altri esseri viventi.

Allestendo un acquario, e con questo vorrei ricordarlo a tutti, ci impegniamo moralmente a mantenerlo, curando la qualità della vita e la prosperità di tutto quanto dentro si alleva e si coltiva. Dobbiamo cioè cercare di offrire il meglio di quanto possibile ai nostri ospiti, e non parlo con questo, di acquistare attrezzature stratosferiche o costosissimi sistemi di controllo computerizzati.

Molto semplicemente in pratica, quel che vi consiglio, dopo che avrete cercato di impostare, e di allestire una vasca equilibrata, cioè, una vasca correttamente arredata, piantumata e popolata, è di cercare di mantenerla nel tempo in buona salute.

Come fare? Uno dei metodi migliori, e francamente non capisco perché debba essere così osteggiato da alcuni, è semplicemente quello di cambiare settimanalmente delle piccole percentuali di acqua, tutto qui. I benefici che se ne traggono da questo semplice comportamento, sono enormi rispetto alla fatica che ci costa. E se seguire questa metodologia, per qualcuno vorrà dire, “questo non è essere un vero acquariofilo”, pazienza, vorrà dire che c’è ne faremo una ragione.

Grazie infinite per il prezioso contributo per la gestione e manutenzione dell’acquario a “marinova”.

La risorsa puoi trovarla da questo link: http://www.microcosmoacquari.it/forum/gestione-dei-cambi-d-acqua-t26910.html